Dall’Inghilterra dove è nato agli Stati Uniti, dove è morto. In mezzo un’esistenza vissuta ai quattro angoli del mondo in nome del motorsport. John Wyer è stata una figura leggendaria nel mondo delle corse di durata. Basti dire che ha portato a casa, come team manager, ben quattro successi nella 24 Ore di Le Mans: alla guida dell’Aston Martin nel 1959, con le Ford GT40 del team Gulf nel 1968 e 1969 e con la Gulf Mirage nel 1975.

Wyer era nato l’11 dicembre 1909 a Kidderminster, nei pressi di Birmingham. Iniziò il suo cammino come apprendista presso la Sunbeam Motor Company a Wolverhampton prima di passare alla casa di carburatori Solex da cui si dimette nel 1945 per dirigere la Monaco Motors di proprietà di un suo amico, il gentleman driver Dudley Folland.

La svolta arriva pochi anni dopo: dopo averlo osservato all’opera durante la 24 Ore di Le Mans del 1949, nel 1950 il mitico David Brown invitò Wyer a formare e dirigere il team Aston Martin per le corse di durata. La più grande ambizione di Brown era quella di vincere a Le Mans, cosa che i rivali della Jaguar erano riusciti a fare per ben cinque volte negli anni ’50, mentre l’Aston Martin nello stesso periodo aveva ottenuto solo tre secondi posti. Il sogno si concretizzò nel 1959 con la vittoria di Roy Salvadori e Carroll Shelby. All’epoca Wyer era già il direttore generale dell’Aston Martin Lagonda Limited e Reg Parnell era responsabile della gestione quotidiana del team. Il metodo di lavoro del manager britannico puntava su una preparazione maniacale e la cura dei dettagli, nulla doveva essere lasciato al caso. In gara optava sempre per la tattica più redditizia senza rischiare più del necessario.

Vinto in quello stesso 1959 il Mondiale Marche l’Aston Martin pensa alla Formula 1 dove non otterrà grandi gioie ma per Wyer è già il momento di una nuova sfida: Ford nei primi anni ’60 ha messo nel mirino il successo a Le Mans e nel 1963 invitò Wyer a dirigere il neonato centro di ricerca di Slough chiamato Ford Advanced Vehicles Ltd, per tutti semplicemente Avo. In seguito a Slough nasceranno le Escort mattatrici dei rally ma principalmente il centro era stato costituito per sviluppare le GT40 in vista delle gare di durata. John Wyer contribuisce ai successi del team Shelby a Le Mans nel 1966 e nel 1967 ma già nel 1966 assieme all’amico John Willment rileva vetture e progetti dalla Ford, intenzionata a prendersi una pausa come team ufficiale. I due formano la JW Automotive (chiamata così dalle loro iniziali) che porta le GT40 a vincere a Le Mans nel 1968 (stagione in cui il team si assicura anche il Mondiale Marche) e nel 1969.

Nei due anni successivi è la Porsche che si assicura i servigi di Wyer: il team Gulf che faceva correre le 917 era guidato dal team principal britannico con David Yorke come manager e John Horsman come ingegnere. Le Gulf Porsche hanno spazzato via, o quasi, gli avversari in quelle due stagioni, ma non sono state in grado di vincere a Le Mans anche se l’albo d’oro comprende altre gare prestigiose come la 24 Ore di Daytona 1970 con Pedro Rodriguez, Brian Redman e Leo Kinnunen e quella dell’anno dopo ancora con Rodriguez e Jackie Oliver.

L’ultimo successo di John Wyer alla 24 Ore di Le Mans arrivò nel 1975 quando, come direttore della Gulf Research, portò al trionfo la Gulf GR8 affidata a Derek Bell e Jacky Ickx. Dopo quel successo, di fatto, John Wyer, lasciò ogni attività nel motorsport per ritirarsi con la moglie in Arizona, a Phoenix, dato che l’aria secca del deserto era la migliore per lui, da sempre malato d’asma. E’ morto l’8 aprile 1989.